Se in natura l’umidità svolge una funzione essenziale per lo sviluppo e il sostentamento della vita, quando è presente in eccesso, ad esempio negli edifici, può diventare dannosa e causare danni rilevanti. Danni all’intonaco, fioriture di sali, macchie e muffa nelle parti murarie di piani seminterrati o piani terra, infatti, sono spesso fenomeni dovuti alla presenza nel muro della cosiddetta umidità di risalita.
La cripta della cattedrale di santa Maria Assunta di Cremona aveva subito importanti danni causati dall’umidità di risalita e la diocesi di Cremona decise di individuare, tra le soluzioni presenti sul mercato, la più adatta a risolvere il problema in un contesto così complesso. Furono esclusi interventi meccanici attraverso il taglio della parete alla base con inserimento di materiali che bloccano la risalita dell’umidità. Questo sistema può comportare lesioni, cedimenti o assestamenti della struttura. Fu escluso anche un intervento chimico attraverso l’iniezione di sostanze idrofobizzanti che creano una barriera chimica all’interno della muratura, anche in questo caso per l’eccessiva invasività dovuta ai moltissimi fori necessari. Le pareti della cripta sono in marmo e di conseguenza fu escluso l’utilizzo di intonaci macroporosi. Questo tipo di intonaco, grazie alla velocità di evaporazione, assorbe rapidamente l’acqua dalla parete restituendola all’ambiente, eliminando temporaneamente i sintomi dell’umidità senza risolvere il problema alla radice.
A febbraio del 2013 la diocesi di Cremona decise di installare Genié, una soluzione che si basa sull’innovativa tecnologia di deumidificazione elettrofisica muraria “ad impulsi in multifrequenza”.
Uno studio fatto da Luigi Soroldoni (consulente scientifico per i beni culturali e docente presso l’Accademia “Aldo Galli “ di Como con la collaborazione del Dr. Umberto Casellato (già Dirigente di Ricerca Associato IDPA – CNR) ha dimostrato che il problema è stato risolto. Dopo 12 mesi dall’installazione si è registrato un forte calo di umidità nelle pareti, con punte di diminuzione del 70%; dopo 16 mesi il processo di deumidificazione ha stabilizzato il valore di umidità nelle murature tra il 2% e il 4% (valore fisiologico della muratura).
Come funziona Genié
Genié genera un campo elettromagnetico all’interno della muratura che interagisce con le molecole dell’acqua impedendone la risalita. A differenza degli altri sistemi, che adottano la mono-frequenza, Genié genera invece un treno d’impulsi a diverse frequenze che permette di ottenere risultati garantiti su tutte le tipologie di strutture murarie a prescindere dalla geometria dei pori capillari e dalla composizione della muratura. L’installazione di Genié avviene con fissaggio tramite quattro semplici tasselli a vite e con collegamento a una comune presa di corrente.
Con un lavoro costante e mirato riporta a terra la linea a “potenziale 0” respingendo l’acqua al suolo. Ciò consente l’arresto della formazione di muffa, scongiurando i rischi per l’integrità dell’immobile. Il muro così risanato dall’umidità può essere quindi riportato alla sua piena integrità, dimenticando per sempre danni all’intonaco, fioriture di sali (efflorescenza), macchie, muffa, ecc.
Genié può essere utilizzato in totale sicurezza in qualsiasi ambiente abitativo, anche in presenza di bambini, anziani e soggetti deboli in genere. Genié, infatti, genera all’interno delle murature un campo elettromagnetico che non interferisce minimamente con gli esseri viventi o con eventuali dispositivi elettrici ed elettronici di qualunque tipo, sanitari e medicali compresi.
Metodo di studio dell’efficacia del sistema di deumidificazione
Il campionamento è stato fatto attraverso misure del contenuto di umidità (come acqua libera) con metodo termo-gravimetrico, come differenza di peso dopo eliminazione dell’acqua per evaporazione forzata. In ciascuna zona, sono stati fatti due prelievi di 3-5 g, uno superficiale (0-10 mm) ed uno in profondità (50-150 mm), con trapano e carotatrice (diametro 18-20 mm), al piano di calpestio e a 1,5 m circa. I campioni sono stati pesati con bilancia di precisione (sensibilità 1 mg), conservati in appositi contenitori in vetro e posti poi in stufa a temperatura controllata (105° C) sino a peso costante.
La differenza tra il peso iniziale e il peso dopo essiccazione espresso in percentuale rispetto al materiale secco, rappresenta l’umidità presente nel campione.
Per eventuali misure successive agli interventi di deumidificazione o come ulteriori valutazioni, nei fori praticati, sono stati inseriti appositi mattoncini in cotto con capacità di assorbimento di acqua rapportabile a mattoni vecchi, estraibili senza ulteriori carotaggi.
Misurazioni dell’umidità
Nel febbraio 2013, prima dell’intervento di deumidificazione, erano evidenti fenomeni imputabili all’umidità da risalita: sollevamenti e distacchi dell’intonaco, polverizzazioni dello strato pittorico sono conseguenze dei movimenti dell’acqua e soprattutto degli scambi con l’ambiente interno nelle fasi di evaporazione e condensazione.
Le misure effettuate hanno evidenziato la presenza di umidità lungo la parete nord con valori alti soprattutto al piano di calpestio, sia in superficie che in profondità (10-16%).
A 1,5 m circa la presenza di umidità si attesta nella norma per un ambiente interrato (3-5% nelle zone A e B), con valori più alti nella parte interna della zona C (14.%). Anche la parete nord presenza al piano di calpestio valori alti di umidità nella parte più interna (8-9%) e nella zona E anche a 1,5 m (8%).
Dopo sette mesi di funzionamento dei dispositivi Genié (1 dispositivo + 1 satellite sia sulla parete sud che su quella nord) si è notato una generale diminuzione dei valori di umidità, con cali del 30-40% nelle zone più umide sia al piano di calpestio che a 1,5 m.
Dopo un anno le pareti si presentano decisamente più asciutte, con un notevole calo dei valori (70%) e con valori di umidità fisiologici della muratura. In due dei 12 punti misurati sulla parete nord si riscontra ancora la presenza di umidità (10-16%)
Dopo 16 mesi la situazione appare stabilizzata con valori di umidità fisiologica ad eccezione della zona A che invece si presenta ancora con umida (muratura interna (12%), superficie (8-9%) la cui causa è imputabile alla situazione microclimatica e alla forte presenza di sali nella muratura.
Conclusioni
Complessivamente si può affermare che dopo l’installazione dei dispositivi Genié la situazione all’interno della cripta ha subito un evidente miglioramento globale. La stabilità della situazione è confermata anche dai dati microclimatici dai quali risulta come la parete nord sia più fredda soprattutto nei mesi freddi ma poi nei mesi di maggio e giugno sia più predisposta a fasi di condensazione interstiziale con aumento della umidità nella muratura.
Questa predisposizione alla condensazione interstiziale e la presenza di sali sono quindi cause reali del persistere di valori di umidità evidenziati nella zona A, nella quale si ritiene indispensabile un intervento mirato all’eliminazione dei sali.
[di Luigi Soroldoni, consulente scientifico per i beni culturali e docente presso l'Accademia "Aldo Galli " di Como e Umberto Casellato, già Dirigente di Ricerca Associato IDPA-CNR]